Casal Palocco è ancora un posto per i giovani?
Quando si parla di Casal Palocco non è raro imbattersi in alcune espressioni che già all’epoca erano i princìpi cardine del quartiere che stava nascendo. La zona è senza dubbio famosa per gli immensi spazi verdi, e l’impostazione delle Isole certamente dava ampio spazio all’aggregazione che contribuì a un forte senso di comunità. Fino agli anni ’90, e probabilmente rientrano in questo lasso di tempo anche i primi anni del 2000, mantenere questo spirito deve essere stato relativamente facile, data la totale assenza di social media e la diffusione ancora ristretta di cellulari e pc. Poi, come spesso si dice, i tempi sono cambiati: i ragazzi di oggi hanno una maniera completamente diversa di passare il loro tempo libero, e sebbene non abbiano smesso di incontrarsi tra di loro, probabilmente hanno diminuito o addirittura azzerato il numero di pomeriggi passati a Casal Palocco. Non si tratta di una congettura, tantomeno di un’ipotesi infondata. È quanto emerge dai colloqui avuti con i molti ragazzi del Liceo Statale Democrito e da alcuni giovani che sì, hanno un profondo senso di appartenenza alla propria zona, ma che di fatto passano il loro tempo altrove. Ascoltandoli, le criticità che emergono sono due: sulla prima c’è poco da fare, e di mezzo ci sono ancora una volta i social. Instagram e TikTok sono oggi pieni zeppi di video o foto di ragazzi che si divertono nelle zone più viste di Roma e che passano le loro nottate in qualche locale della Capitale. L’emulazione in questi casi è un processo praticamente automatico: quasi nessuno, in un’ipotetica fascia dai 16 ai 30 anni, è incentivato a restare in zona a causa di quel che vede sui cellulari. Per farla breve, “bello il nostro centro, ma Trastevere è un’altra cosa”. Nessuna periferia romana può competere e la tendenza sarà sempre quella di cercare il luogo di ritrovo dei coetanei. Un tempo, il ritrovo era il proprio luogo di appartenenza, dato che non esistevano le storie Instagram e a nessun giovane saltava in mente di incastrare i programmi per passare la propria serata da un’altra parte. La seconda ragione è data invece dall’assenza di alternative nel proprio quartiere d’origine. All’interno di Palocco ci sono numerosi posti dove passare un buon pomeriggio o cenare in compagnia, ma esistono, ad esempio, locali aperti dopo le 22.00 in grado di dare uno spazio ai giovani per divertirsi? Probabilmente, per trovarli, bisognerà spostarsi di almeno 15-20 chilometri. È così che i ragazzi hanno smesso di frequentare Casal Palocco e cercano oggi altri lidi, dalla più vicina Eur fino ad arrivare al centro vero e proprio, sfruttando le prime patenti degli amici o la buona volontà dei propri genitori. Ci sono allora due domande da porsi. Primo: gli storici abitanti di Palocco hanno davvero voglia di stravolgere la propria casa per ritrovarsi i ragazzi in ogni dove? L’eventuale risposta negativa sarebbe totalmente giustificata. D’altronde, perché perdere quel senso di tranquillità del quartiere, caratteristica da sempre prima nella lista di questo posto? Secondo: qualora la risposta alla prima domanda fosse positiva, sarebbe comunque possibile invertire questa tendenza? La realtà dei fatti rende difficile pensare a un cambio di prospettive immediato.
Pietro Corso